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Bellum - La tecnica

I dieci polittici di Bellum sono delle fotografie a encausto su legno di pioppo.

In origine le fotografie sono state impressionate su pellicola bianco e nero e sviluppate con i sistemi tradizionali della fotografia analogica. Poi le immagini sono state trasformate in files digitali, per essere quindi ingrandite e stampate a pigmenti su un particolare film.

A questo punto sono state preparate le singole tavolette di pioppo, ad esse è stata applicata una colla alcolica per favorire l’adesione del film suddetto. Dopo alcuni minuti questo viene “strappato via” lasciando tutti i pigmenti che costituiscono l’immagine sulla tavoletta di legno. Così è avvenuto il “trasferimento di immagine”. La particolarità della lavorazione sta anche nel fatto che, a differenza di una fotografia su carta incollata sul legno, in questo caso nelle parti chiare possiamo vedere la nervatura e la tonalità dell’essenza che nel caso del pioppo è particolarmente luminosa. Successivamente le tavolette sono state lavorate, con la stesura di varie mani di vernici di natura vegetale, per aumentarne la brillantezza. Quando queste erano ben asciutte la lavorazione è proseguita con l’encausto che viene eseguito con cera d’api e altre cere e resine vegetali per dare ulteriore colorazione e struttura alla superficie.

L’encausto è una tecnica antichissima di cui per secoli si era persa traccia ed è tutt’ora relativamente praticata a livello artistico. Nell’antica Grecia gli scafi delle navi erano impermeabilizzati con cera d’api e colorati con pigmenti colorati. Molte maschere funeree che ornavano i defunti erano dipinte a encausto. Nell’antico Egitto, ove le piene del Nilo sottoponevano gli oggetti alle sollecitazioni di vigorose alternanze del grado di umidità, la cera, resistente alle intemperie e alla salsedine, veniva usata per conferire resistenza ai manufatti. Pompei con le sue pareti dipinte è un vero e proprio museo a cielo aperto dell’encausto. In tempi recenti si possono citare alcuni esempi famosi di artisti che hanno praticato anche questa tecnica, come De Chirico e Jasper Johns. I materiali naturali utilizzati nell’antichità sono molto simili a quelli che si possono trovare in un laboratorio attuale in cui si pratica l’encausto.

La parte "caustica" del termine indica che il calore è usato per fondere e mescolare gli strati di cera e gli strumenti per fare questo si chiamano, appunto, cauteri. Le cere, oltre a utilizzare le loro colorazioni naturali, possono essere fuse assieme ai colori più diversi e stese in vari modi.

Nel caso di Bellum si è preferito lavorare solo con le colorazioni naturali delle varie cere e resine impiegate senza modificarle con colori aggiunti.

Nel processo segue la lucidatura delle cere fatta manualmente nell’arco di diverse giornate. In ultimo le dodici tavolette sono state raccolte in un unico polittico.

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